Mediazione scolastica e bullismo

 

La scuola è il luogo, come lo sono anche altri contesti sociali, nel quale avvengono numerosi conflitti di diversa natura. Conflitti tra alunni ed insegnanti, tra insegnanti e genitori e tra gli alunni stessi. Spesso si ha a che fare con episodi di violenza, prepotenza e bullismo. Il fenomeno del bullismo non è una realtà nuova, solo che forse ultimamente è affrontata in maniera più seria sia dal punto di vista sociale, giuridico e legislativo. E’ un fenomeno sempre più diffuso nelle scuole e negli ambienti ricreativi tra bambini e ragazzi.

Il termine bullismo sta ad indicare un insieme di comportamenti in cui una persona ripetutamente fa e dice cose per avere potere su un’altra, dominandola. Il “persecutore” attacca verbalmente e fisicamente la “vittima”, nel primo caso la insulta e la minaccia, invece nel secondo caso la picchia e la deruba. Non bisogna confondere il bullismo con i normali litigi fra coetanei, in quanto esso avviene in maniera continuativa e quando tra loro c’è uno squilibrio tra forze fisiche e psicologiche.

Sarebbe molto utile intervenire attraverso l’utilizzo della mediazione scolastica per fronteggiare il bullismo, ma anche la dispersione scolastica e i conflitti che si vengono a creare tra alunni ed insegnanti, tra corpo docente e genitori e tra gli alunni stessi.

La mediazione scolastica è un procedimento per gestire il conflitto in maniera positiva, lo spoglia dalle valenze negative non facendolo sfociare in violenza, aggressioni, o abbandono della scuola da parte degli alunni, ma ridefinisce il conflitto come risorsa. Dunque la mediazione è uno strumento efficace per prevenire i conflitti e per risolverli in maniera positiva attraverso il potenziamento delle abilità prosociali dei bambini e dei ragazzi.

Spesso alla base dei conflitti c’è una non chiara o mancata comunicazione e il mediatore è un facilitatore di essa, è una figura terza neutrale che riapre i canali di comunicazione che ormai si sono bloccati e cerca di realizzare un ponte, un punto di incontro tra le differenti posizioni. Il mediatore aiuta le parti in conflitto a comprendere le proprie e le altrui emozioni instaurando un clima di fiducia, di empatia e di ascolto attivo reciproco, offrendo così una visione alternativa del conflitto. Il mediatore scolastico non è mai lui a prendere le decisioni, ma cerca di rendere capace l’altro a trovare delle soluzioni. Facilita lo scambio, il dialogo nella classe, la cooperazione, l’integrazione e previene fenomeni di prepotenza e di violenza.

La cultura della mediazione scolastica esercita un’azione socio-educativa efficace per fondare il senso di responsabilità civica degli allievi e per rafforzare l’identità di ciascuno attraverso la valorizzazione della prassi discorsiva che conduce al riconoscimento di se stesso nel dialogo con l’altro.

Paola Cocco

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